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 Bandiera Nemesis

Ex imis ad astra in iustitiae nomine


 
La bandiera del corso, su fondo grigio, colore del corso, rappresenta in primo piano la superficie dardeggiante del Sole i cui raggi avvolgono la gemella Nemesis. In secondo piano le due stelle della costellazione della Libra (Bilancia): γ Librae, Zubenelakrab ("chela dello scorpione") e β Librae, Zubeneschamali, chela a nord.
 
Le due stelle, oltre ad essere le più rappresentative della costellazione che, in affinità con Nemesis, simboleggia equilibrio e giustizia, vogliono ricordare il fatto che i componenti del Corso Nemesis sono stati i primi ad adempiere al giuramento in prima classe, contrariamente alla tradizione che lo prevedeva in seconda classe.
 
Il motto del corso, ex imis ad astra in iustitiae nomine (dalle profondità agli astri nel nome della giustizia), evoca non solo lo stretto collegamento marinaro fra le due entità ma stabilisce anche il campo di azione dell'opera etica di ciascun Nemesis.
Ex imis ad astra in iustitiae nomine è una estensione contestualizzata del motto del sommergibile Santorre Santarosa, classe Bandiera, unità della Regia Marina presente durante il periodo bellico dal 1940 al 1942 ed impegnato nel trasporto materiali e mezzi verso l'Africa. 
Lo stesso motto fu poi ripreso dal sommergibile Guglielmo Marconi (S 521) classe "Sauro 2^ serie".
 
Costellazione della Bilancia Ottava costellazione dello Zodiaco, la Bilancia è l'unica a non essere rappresentata da un essere vivente. Anticamente i Greci non la rappresentavano come una costellazione indipendente, ma una "estensione" dello Scorpione, precisamente, le sue chele. Infatti le sue stelle più luminose α e β librae sono chiamate rispettivamente Zubenelgenubi (che in arabo vuol dire "chela a sud") e Zubeneschamali ("chela a nord").
La costellazione della Bilancia nacque per volontà dei Romani nel periodo di Giulio Cesare (primo secolo a.C.): sono ancora oscure le motivazioni della sua introduzione. I romani amarono subito questa costellazione in quanto si riteneva che Roma fosse stata fondata quando la Luna era in Bilancia. Inoltre, divenne facile per i Romani accostarla alla vicina Vergine, cioè Diche o Astrea, la dea della Giustizia: tutti noi sappiamo infatti che la dea viene normalmente rappresentata con la bilancia in mano.
Alcuni studiosi ritengono che il nome sia da attribuire all'equilibrio stagionale che il segno zodiacale rappresenta, poiché quando il Sole è nella Bilancia, cioè nel solstizio d'autunno, la durata del giorno e della notte si equivalgono. Lo storico Gwyneth Heuter, invece, rileva che già i Sumeri 2.000 anni prima la chiamavano ZIB.BA AN.NA, cioè la bilancia del cielo, e per questo motivo ritiene che i Romani non l'abbiano introdotta ex-novo, bensì solo ne abbiano ereditato il nome.
 
 

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