Correva l’anno del Signore 1991, mese di Settembre.

Al largo delle coste occidentali portoghesi, inclinato sulla dritta, navigava un vascello a vela che, alla velocità di circa 5 nodi, sembrava provenire da una lunga navigazione iniziata nel secolo precedente e non ancora terminata. Nell’aspetto il veliero era maestoso, nella condizione lindo ed imperioso, e la sua prua fendeva le onde con decisione e coraggio. Il mare burrascoso ed il cielo di piombo non lo impaurivano ed il vento, che soffiava da Greco, riempiva le sue vele sospingendolo con forza verso la sua rotta di mezzogiorno.

Pochi sventurati ebbero l’occasione di incrociarlo, viste le cattive condizioni meteorologiche, ma coloro che incapparono nella sua direzione, ne rimasero stregati così come alla vista di un vascello fantasma che era riuscito addirittura ad allearsi con Eolo e con Nettuno. Costoro, così come l’equipaggio di bordo, ignoravano quanto stesse per accadere durante quella navigazione che, seppure avveniva con il favore degli Dei, sarebbe stata caratterizzata da un evento che da lì all’eternità avrebbe irrimediabilmente mutato il corso di un’epoca, le tradizioni millenarie di una marina da guerra ed addirittura le sorti di una Nazione, nonché del mondo intero.

Su quel legno solitario, mimetizzato tra i membri dell’equipaggio, si nascondeva, infatti, una terribile creatura.

Quel giorno il Comandante del Vespucci, così era denominato il legno, aveva avuto degli strani presentimenti che lo avevano non poco preoccupato. Per assicurarsi che tutto procedesse per il meglio, aveva deciso di fare un giro per la sua nave e verificare “de visu”  che ognuno fosse nelle proprie faccende affaccendato ed a svolgere i propri incarichi. Non notando nulla di cui preoccuparsi, e continuando ad avvertire la presenza di quella fastidiosa sensazione, era giunto addirittura a convocare in convegno il suo Stato Maggiore. Interrogati su quanto fosse in corso, i suoi uomini più fidati però lo avevano rassicurato che la normalità regnava sovrana a bordo del vascello. Anche l’Ufficiale addetto alla navigazione aveva garantito una stabilità delle condizioni meteorologiche previste per i giorni a venire.

Un’unica notizia risultò insolita, però, alla luce di quanto era stato dichiarato dagli avventori alla riunione: gli allievi della 1ª Classe dell’Accademia Navale, anno 1990, erano ancora assembrati in seduta straordinaria nei “sotterranei” del vascello.

E questo da circa tre giorni e tre notti!

Convocato il Comandante alla Classe, bastò uno sguardo per capire, dagli occhi di costui, che una delle tradizioni più antiche della Marina Militare Italiana, di cui il legno batteva la bandiera, si stava ripetendo nel suo magico quanto misterioso rituale.

Non riuscendo comunque ad individuare la causa di questo suo malessere, il Comandante della Nave decise di trascurare la cosa e di occuparsi delle sue faccende quotidiane sciogliendo l’assemblea.

Il Comandante non sapeva che quelli erano gli ultimi istanti di vita della Marina da guerra che aveva sempre conosciuto ed in cui si era arruolato da giovane.

Difesi dalle paratie del locale più protetto del vascello e con provviste sempre più scarse, i centoquattro componenti cessavano il loro anonimato con il boato abà nu-sì: Nemesis!

Parallelamente, un messaggio meno ufficiale viene affidato alle onde dell'Oceano Atlantico. Accanto all'annuncio della nascita del corso Nemesis, messaggio fondamentale, vengono riportate le coordinate geografiche della posizione del Vespucci al momento della decisione, il GDO e le istruzioni in caso di ricezione.

Gli antefatti.

Durante quella navigazione, come di consuetudine, gli Allievi della 1ª Classe dell’Accademia Navale si sarebbero dovuti riunire allo scopo di individuare un nome da dare a se stessi (al Corso) e celebrare così la loro nascita come entità ufficiale e riconosciuta della Marina Militare.

(pagina da completare)